L’Onda torna in piazza, a margine dello sciopero dei lavoratori della
conoscenza lanciato dalla CGIL, con un corteo autonomo e indipendente,
all’interno del quale diverse azioni hanno confermato e resa viva la
notevole capacità dei laboratori e delle realtà politiche che si
muovono al suo interno di essere produttori di conflitto all’interno di
un sistema sempre più in crisi.
Alle 10, ora del concentramento, in piazza Verdi la presenza non sembra
cosi massiccia. Ma chi inizia a parlare, sulla scia di tutte le
malelingue degli ultimi mesi, di movimento morto viene subito smentito
da un afflusso costante di persone. Alle 11, ora in cui il corteo
parte, sono almeno 500 le persone in piazza.
Il primo pensiero va a Luca, il ragazzo che a Torino è stato arrestato
dalla repressione poliziesca per aver cercato di sbattere fuori i
neofascisti del Fuan dall’università. Non mollare Luca, tutta l’Onda di
Bologna è con te!
Presenti i collettivi universitari, i laboratori nati all’interno della
mobilitazione No Gelmini, il Coordinamento degli Studenti Medi e ancora
molti altri soggetti che al grido di "noi la crisi VE LA CREIAMO" si
muovono in corteo per via Petroni, via San Vitale, piazza Ravegnana e
via Zamboni. Sotto le due torri, la prima azione della giornata,
promossa dal Copy-riot Lab: dopo l’occupazione dell’ER.GO. del giorno
prima, a essere oggetto di sanzione è oggi la Feltrinelli,
letteralmente riempita di adesivi inneggianti alla riappropriazione di
quella ricchezza culturale che oggi gli studenti-precari producono e
che gli viene espropriata da chi detiene le leve del comando in
università , i cosidetti baroni, e quell’associazione a delinquere
chiamata SIAE. Durante l’azione vengono distribuiti gratuitamente cd
con libri di testo, musica, film attualmente nelle sale, autoproduzioni
di movimento, viene appeso uno striscione che recita "Il sapere non è
merce! libri gratis per tutti! " e ribadita la richiesta che i libri di
testo oggetto di esame vengano rilasciati in open access agli studenti
che devono farne uso.
Subito dopo il corteo passa sotto la sede di Unicredit, e si susseguono
gli interventi che ribadiscano la netta contrarietà al processo di
privatizzazione dei guadagni e socializzazione delle perdite che
racchiude
la strategia neoliberista per sfruttare quella crisi che questo sistema
stesso ha creato. Escono forti le istanze di riappropriazione diretta
di reddito, che proseguono fino all’arrivo di fronte alla mensa di
Piazza Puntoni, simbolo delle privatizzazioni calzolariane. Forte è
l’appoggio del corteo tutto a quei precari del mondo della conoscenza
che hanno partecipato allo sciopero di oggi e che rivendicano libertà
di ricerca critica e non supina alle richieste delle aziende, salari
minimi per effettuarla, pagamento di quella forma di sfruttamento
lavorativo mascherata sotto nomi quali stage e tirocini.
Ma il corteo non si ferma e prosegue fino al Rettorato, simbolicamente
incatenato al fine di evidenziare il fallimento di questa università e
in particolare a Bologna, il fallimento della gestione Calzolari,
promotore di un progetto quale quello dell’Acquis e privatizzatore
indiscriminato della gestione di tutti quei servizi, come la mensa e
gli alloggi, che dovrebbero essere alla base di una corretta gestione
dell’ente Università ma questo ovviamente non interessa a chi, spinto
dalle forze economiche che lo sostengono, prosegue nel suo tentativo di
aziendalizzazione del sistema universitario, sul modello americano.
Insomma, ancora una volta smentiti i corvi che la volevano vedere
affossata, l’Onda vive nelle piazze e nelle Università, si alimenta del
lavoro dei laboratori nati al suo interno, continua a essere l’unica
opposizione reale a questo sistema politico-sociale basato sul debito e
sulla precarietà.